I filtri solari vegetali

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Nella lotta giornaliera contro l’invecchiamento cutaneo, i prodotti che ci difendono dai raggi ultravioletti sono indispensabili al fine di mantenere la pelle giovane ed elastica. Il cosmetico contenente filtri solari UV non è più considerato un solare specifico, bensì è diventato d’uso quotidiano.

L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno che colpisce tutti gli strati della pelle e si manifesta con la comparsa di rughe e alterazioni pigmentarie fino allo sviluppo di lesioni cutanee anche neoplastiche. Tale risultato è legato sia all’età e agli ormoni che ai fattori ambientali, in particolare l’esposizione solare incontrollata. Il danno ossidativo generato dai radicali liberi arriva anche in profondità nel derma dove avviene la degradazione del collagene e dell’elastina, con conseguente crollo dell’impalcatura cutanea e destabilizzazione del tessuto arrivando ad aggredire le strutture microcircolatorie.

I derivati vegetali occupano una posizione di rilievo fra le sostanze utilizzabili per la protezione solare: sono numerosi gli estratti di piante che possiedono una debole azione filtrante in grado di assorbire i raggi solari.

Il prodotto di maggior interesse è sicuramente il gamma orizanolo, presente nell’olio di germe di Grano e nella crusca di Riso. Lo spettro di assorbimento lo colloca tra i filtri solari UVB e UVA; il potere filtrante è inferiore rispetto a quelli di sintesi, ma paragonabile a quello di molti agenti di comune impiego. Si presenta come una polvere cristallina bianca, di non facile utilizzo a causa della scarsa solubilità; è, infatti insolubile a freddo negli oli vegetali, ad eccezione dell’olio di Ricino.

Gli estratti del Noce, soprattutto quelli liposolubili, sono spesso inseriti nei cosmetici abbronzanti, perché impartiscono una colorazione scura alla pelle. L’effetto è dovuto alla formazione di un complesso tra la cheratina e lo juglone presente nelle foglie e nel mallo del Noce comune.

Un’altra pianta che è in grado di agire sia da schermo contro i dannosi raggi UV che da riduttore della luce visibile è l’Aloe ferox.

Oltre agli estratti, si possono poi citare numerosi lipidi in grado di filtrare i raggi ultravioletti. Fra questi:

  • il burro di Karitè;
  • il burro di Cacao;
  • l’olio di germe di Grano;
  • l’olio di Soia;
  • l’olio di Sesamo;
  • l’olio di Avocado.

Appare pertanto evidente che le sostanze naturali non possiedono le stesse prerogative dei filtri di sintesi e che non si possono ottenere prodotti caratterizzati da un elevato fattore di protezione; nonostante ciò, possono essere efficacemente impiegate in associazione a un filtro primario, sfruttando l’effetto sinergico e abbassandone così le concentrazioni di impiego. Del resto si conoscono bene gli inconvenienti di certi filtri sintetici (assorbimento, occlusione dei pori, allergie…). In ogni modo, pur essendo di primo impiego, i filtri solari non riescono da soli a garantire all’epidermide una difesa sufficiente. Per questa ragione è bene abbinarli a sostanze antiossidanti, che incorporate nel cosmetico agiscono come agenti integrativi e complementari.

E’ evidente che la prevenzione o la diminuzione delle reazioni d’ossidazione generate dai radicali liberi potrebbe rappresentare un importante mezzo per abbassare il rischio di mortalità per molti tipi di carcinomi e per prevenire il melanoma e altri tumori della pelle.

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